Scuola di Economia Civile: una visione dell’economia per il XXI secolo
Essere ed avere sono le condizioni irrinunciabili della vita e su cui l’attenzione degli economisti non può venire mai meno. Se nel passato le teorie economiche hanno privilegiato dapprima la realtà dell’essere (economia politica ed economia civile) e poi quella dell’avere (con l’economia neoclassica/marginalistica a seguito dell’Utilitarismo), oggi cosa pensiamo?

Dopo innumerevoli definizioni nel corso della storia, e specie dalla metà del XIX secolo in poi, di cos’è l’economia con i suoi annessi e connessi, la domanda si ripropone nel nostro periodo storico in cui l’essere umano ha raggiunto livelli di vita senza pari.
Infatti nell’oggi le nuove sfide ambientali e tecnologiche si uniscono alle storiche domande dell’Uomo e sull’Uomo di natura metafisica dando un senso nuovo poiché, sebbene sappiamo molto del “già”, non sappiamo molto del “non ancora”, per usare una terminologia teologica.
Quello che si sta programmando per il futuro, a partire dalla Intelligenza artificiale e dalle Neuroscienze, inevitabilmente avrà un impatto fortissimo nel vivere dell’umanità e la “scienza” economica dovrà dare delle novelle risposte adeguate sul come vivere1.
Dunque – e facendo tesoro della lezione del passato – quale nuova definizione possiamo dare?
Io ne suggerisco una: l’economia è la capacità di coniugare l’Essere con l’Avere.
Tutto è connesso in questo mondo
Credo che la risposta sia un giusto mix tra le due realtà, anche perché stiamo vivendo in un mondo in cui le asimmetrie del vivere sono insostenibili. Non solo quelle classiche dell’informazione, ma anche quelle della ricchezza, della conoscenza, dell’istruzione, dell’ambiente e della produzione e del consumo, eccetera, sono da prendere in considerazione.
Abbiamo capito che “tutto è connesso in questo mondo”, come sosteneva Antonio Genovesi2 ideatore dell’Economia Civile e a cui la SEC si ispira per la sua attività, e come sostiene papa Francesco nella sua Laudato sì’3. E se è connesso, come non unire finalmente alle dimensioni morali quelle economiche, visto anche l’abbassarsi dei margini di felicità?4
La storia ci ha insegnato che l’avere, specie nello scorso secolo, è stato importante a seguito delle guerre, delle condizioni difficili e delle povertà della vita passata che bisognava affrancare e la scienza ha permesso la costruzione di manufatti di tutti i tipi che hanno indubbiamente migliorato la vita e la salute in genere. Ma ora che abbiamo tutto e che abbiamo addirittura moltiplicato gli averi (case, auto, beni di consumo vari sia indispensabili che voluttuari, …) è logico che le produzioni di tanti beni non possono più avere gli stessi ritmi e ci si è anche accorti che gli stessi beni, in fondo non danno quella felicità, se non momentanea, che promettevano. Non solo, ma l’ambiente, la natura e il nostro futuro come genere umano hanno problemi e dobbiamo prenderli in seria considerazione.
Dunque occorre riprendere in mano e ripensare una economia dell’essere e dell’avere per affrontare al meglio il futuro.
Un modo diverso di “fare” economia
Ed è questo, in fondo, ciò che la SEC fa e per cui è nata: “incontro di studiosi, esperti d’impresa, operatori economici ed istituzioni sensibili all’idea di un’economia al servizio delle persone e attenta all’ambiente, che hanno scelto di condividere patrimoni valoriali, esperienze di studio e vita pratica con il mondo del lavoro e con chi opera nelle organizzazioni a movente ideale, nelle imprese, nelle pubbliche amministrazioni, nel mondo delle professioni, al fine di ricercare insieme e praticare un modo diverso di fare economia, più efficace e più rispettoso delle varie dimensioni delle relazioni umane”[1].
E si continua: “Nel trecentesimo anniversario della nascita di Antonio Genovesi (1713-2013), primo studioso a ricoprire la prima cattedra di economia, prende il via la Scuola di Economia civile. Essa si pone in continuità con la tradizione economica italiana, una visione dell’economia basata sulla relazione tra le persone, sulla reciprocità, sulla ricerca del benessere e non solo sul perseguimento della ricchezza. L’obiettivo della Scuola è promuovere la realizzazione di imprese, organizzazioni e mercati civili e civilizzanti che pongano al centro dell’agire economico la persona, i suoi bisogni, le sue aspirazioni e contribuiscano alla sua “fioritura” e al suo sviluppo umano integrale. In un mercato così concepito, i soggetti interagiscono non esclusivamente per auto-interesse, ma per mutuo vantaggio e in vista del bene comune, andando oltre la visione individualistica della società e la logica speculativa di massimizzazione del profitto che si è andata affermando su scala mondiale, determinando la cultura d’impresa oggi imperante e che è all’origine di questi tempi di crisi. La prospettiva economica e culturale identificata con il nome di Economia civile, facendo propria questa visione del mercato e dell’impresa, rappresenta il riferimento valoriale di questo progetto”[2]. E la SEC, dichiarandosi “scuola” si comporta come una scuola nel senso antico del termine[3], fornendo lezioni ed ausilii a chi vuol affrontare le conoscenze del vivere.
La scuola di Economia Civile
Qual è il suo percorso, quindi? È quello di capire, studiare, discernere, interpretare, insegnare e, di conseguenza, aiutare gli attori economici favorendo la riflessione, la contaminazione, la reciprocità degli stessi.
E tutto ciò si realizza tramite i suoi soci che, siano essi professori universitari e/o esperti nelle singole materie/discipline, partecipano in prima persona alle attività formative, ritenendo loro obbligo morale di rendere partecipi gli interlocutori con la loro scienza e coscienza e facendosi carico di contributi scientifici per effettivamente cercare di migliorare i loro ambienti lavorativi e i loro territori.
Le attività della SEC – Scuola di Economia Civile sono raggruppabili in quattro settori:
- Formazione (in sede, online o in loco/su richiesta delle organizzazioni);
- Consulenza nei settori di sua competenza (Valutazione di impatto; Benessere organizzativo; Management civile, ecc.);
- Settore Scuole: formazione per il personale scolastico e gli studenti e attivazione di progetti di Economia Civile e di Educazione Civica (PTCO, laboratori, ecc) poiché essa è un ente accreditato presso il MIUR;
- Ricerche e Pubblicazioni.
In merito ai suoi corsi, se ne elencano alcuni, compresi quelli in corso e/o programmati:
- Imprese capaci di futuro: quando i valori e le persone fanno la differenza. Corso di alta formazione, in presenza. Da gennaio a maggio 2025 (https://www.scuoladieconomiacivile.it/corsodi-alta-formazione/). Tale corso esplora il paradigma dell’Economia civile nei suoi principali aspetti, introducendo i partecipanti ad un’idea di impresa (e di imprenditore) civile.
- Economia e felicità: coltivare il benessere organizzativo. Dal 30 gennaio al 17 maggio 2025. Formula mista in presenza e online. Il percorso propone un approccio interdisciplinare tra economia, management, psicologia e filosofia per identificare strumenti e buone pratiche, quali utili spunti per il miglioramento del benessere individuale e relazionale all’interno delle organizzazioni. (https://www.scuoladieconomiacivile.it/economia-e-felicita-coltivare-il-benessere-organizzativo/)
- Corso di misurazione e valutazione d’impatto. Edizione dedicata a Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili gennaio-marzo 2025 Formula mista in presenza e online. Tale corso offre la possibilità di acquisire le competenze necessarie a misurare e valutare gli effetti diretti e indiretti generati dalle diverse attività di un’impresa o di un progetto. La frequenza del corso è preparatoria e di supporto alla certificazione delle competenze del ruolo del Valutatore di impatto da parte dell’Ente di Certificazione Cepas. È in corso l’accreditamento per la formazione professionale continua dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.
- Progetti formativi su misura e consulenza. La scuola collabora, progetta e realizza interventi «ad hoc», che permettono di sensibilizzare le organizzazioni e, allo stesso tempo, rispondono ai reali bisogni formativi degli operatori e delle organizzazioni, garantendo percorsi formativi di alto livello.
Se la definizione di Economia che ho tentato di dare può essere accettata e condivisa, in coerenza di pensiero dev’essere messa in pratica.
Le evoluzioni così rapide della società con i suoi soliti consumi, con la sua domanda di nuovi beni, con la risposta dell’offerta di servizi che inducono i consumatori a nuove spese, con le sue nuove prospettive di crescita non solo economica ma umana, devono essere seguite ed interpretate al meglio anche nei confronti dell’ambiente e della natura – realtà oramai imprescindibili; ma ciò innanzitutto vuol dire a quale uomo/donna ci si vuol rapportare.
Il mito dell’homo oeconomicus non regge più in quanto fuorviante ed antistorico e oggi abbiamo bisogno dell’homo reciprocans o, come diceva Antonio Genovesi, dell’homo homini natura amicus. Compito dell’Economia è di cercare il Bene comune, ossia quell’ambito di vita nel quale tutti possano esprime, nessuno escluso, quella capability[4] che abbiamo imparato da Sen e da Nussbaum e che è la meta di ogni società che ha a cuore la propria popolazione e il ben-essere.
Le aziende, le attività produttive e i responsabili della loro governance ne devono trarre una modalità di comportamento tale da “generare” quella “fioritura” fisica e metafisica che porti a quel bene comune di “vita buona” così che alla fine ognuno degli attori possa dire: “ho fatto, nel mio piccolo, del mio meglio” per il benessere collettivo. Non è poco.
NOTE:
* Riccardo Milano, tra gli storici realizzatori di Banca Popolare Etica e socio fondatore della SEC – Scuola di Economia Civile e dopo una più che ventennale attività di operatore finanziario, si è da sempre impegnato nella Finanza Etica, vivendola sia all’interno della stessa banca e sia anche divulgandola/insegnandola (unitamente all’Economia Civile), quale docente universitario a contratto sia in Italia che all’estero.
Ritorna inevitabilmente la storica domanda socratica del “come bisogna vivere?” del Gorgia di Platone e ripreso da Amartya K. Sen nel suo Etica ed Economia.
- Vedi R. Milano, La logica del bene comune. Coscienza, memoria, responsabilità, dialogo. Nuova edizione commentata di Antonio Genovesi La Logica per i giovinetti. Gabrielli editori, 2020. In particolare Cap. IV § IX pag 199 e 202.
- Francesco: Laudato Sì’, nn. 117 e 138
- Si pensi agli studi economici sulla felicità ed al paradosso di Easterlin. Ancora, a Daniel Kahneman, lo psicologo che nel 2002 aveva vinto il Nobel per l’Economia grazie alla sua teoria del prospetto, una ricerca sulle decisioni in condizioni di incertezza soprattutto in ambito economico e lavorativo. È riuscito a integrare i suoi studi sulla psicologia cognitiva nella scienza economica, smontando alcuni dei fondamenti dell’economia classica come la convinzione che le persone perseguano sempre razionalmente i propri interessi finanziari.
[1] Capability è un concetto espresso dall’economista/filosofo Amartya K. Sen e dalla filosofa Martha Nussbaum. A tal proposito si leggano i pensieri di A. K. Sen ad iniziare da: Equality of what? in McMurrin S Tanner Lectures on Human Values, Volume 1. Cambridge. Cambridge University Press, 1980; e quelli di Martha C. Nussbaum, Nature, Function, and Capability: Aristotle on Political Distribution, in [Supplementary Volume] Oxford Studies in Ancient Philosophy 145 (Julia Annas & Robert H. Grimm eds., 1988) [hereinafter Nature, Function, and Capability].
[1] Si veda il sito: https://www.scuoladieconomiacivile.it/
[2] Id.
[3] Scrive l’Enciclopedia Treccani on line: Termine derivante dal lat. Schŏla (dal gr. scholé), che in origine significava (come otium per i latini) tempo libero, piacevole uso delle proprie disposizioni intellettuali, indipendentemente da ogni bisogno o scopo pratico, e più tardi il luogo dove si attende allo studio, accezione quest’ultima nella quale è tuttora in uso. Quindi: imparare divertendosi!
21 Gennaio 2025