“Tra i primi in Italia a scegliere la formula della società benefit, il nostro segreto? Puntare tutto su una filiera legale e sostenibile e sulla qualità delle persone”
VIADANA (MANTOVA) – Aforismi che rincuorano l’avventore spiccano alti sul frontale dell’azienda. Un parcheggio ben curato ed una vera e propria area d’accoglienza che mette subito il punto esclamativo al termine della prima idea che si forma nella mente di chi, per la prima volta, suona al campanello della Palm di Viadana. Ad aprire la porta il sorriso dirompente di Primo, di Francesca e di tanti altri ragazzi che compongono la squadra. Sui lati libri e testi a disposizione dei collaboratori. Poltrone e sedie per leggere e farsi quell’idea e impostare una postura etica che occorre. Al muro un grande manifesto che parla di nobili intenti, di rispetto, di fiducia nel prossimo: è la costituzione della Palm, una azienda diversa, nata per mano di un vero sognatore, una realtà che oggi è conosciuta in tutto il mondo e che ha affiancato la nostra industria manifatturiera nell’esportazione, dalla ceramica alla metalmeccanica passando per il food e arrivando alla business unit della cosmetica e farmaceutica.
Primo Barzoni, Lei è il fondatore e titolare di Palm, un’azienda che si distingue per la sua attenzione alla sostenibilità, alla cura del territorio e per il suo status di società benefit. Tuttavia, il vostro prodotto principale, il pallet in legno, non è comunemente associato a questi concetti. Come ha iniziato questo percorso?
“Grazie a Lei, Amedeo. Tutto è cominciato da un sogno imprenditoriale che ho avuto a 24 anni. Era un periodo difficile per me e la mia famiglia: avevamo appena perso mio padre e, con i miei fratelli, ci siamo trovati a dover prendere decisioni importanti. Ci occupavamo di imballaggi per frutta e verdura, ma non era un settore che garantiva continuità. Così mi sono chiesto cosa fare per assicurare il nostro futuro e mantenere l’unità familiare. L’idea del pallet in legno è nata proprio dall’esigenza di pianificare un’attività che potesse offrire stabilità. Ci trovavamo in un territorio meraviglioso, tra la Lombardia e l’Emilia-Romagna, e lì ho avuto la visione di un progetto imprenditoriale che potesse crescere e sostenersi nel tempo”.
Oggi Palm ha una reputazione solida a livello europeo, partecipa a fiere internazionali e vanta numeri significativi. Come siete arrivati a questo punto? Quali sono stati i passaggi fondamentali per costruire un’azienda così proiettata nel futuro?
“La nostra crescita è nata da una visione chiara e da un purpose ben definito. Fin dall’inizio, ho sempre creduto che un’impresa dovesse avere un’anima sociale. Quando ho presentato l’idea dei pallet ai miei fratelli, Antonio, il più scettico, mi disse: “Ci sono già altre aziende che fanno pallet, come possiamo competere?”. Gli risposi che noi avremmo fatto pallet con l’anima, mettendo le persone al centro. Questo approccio ci ha guidato negli anni, nonostante i primi cinque o sei anni siano stati molto faticosi. Poi, negli anni ’90, mi sono reso conto che parte del nostro lavoro contribuiva a filiere poco etiche, come il taglio illegale del legno. Questo mi ha spinto a scoprire e adottare le certificazioni FSC e PEFC, che garantiscono la tracciabilità e la sostenibilità della filiera. Questo passo è stato cruciale per differenziarci e costruire una reputazione solida sul mercato”.
Palm oggi è una società benefit. Può spiegarci cosa significa e perché avete deciso di adottare questo modello?
“Essere una società benefit significa che il nostro obiettivo non è solo il profitto, ma anche l’impatto sociale e ambientale. Questo modello è ispirato alle B Corp, nate negli Stati Uniti da imprenditori che non volevano vedere i valori della propria azienda sacrificati dopo un cambio di proprietà. Il modello misura l’impatto non solo economico, ma anche sociale e ambientale. Siamo stati la prima B Corp al mondo nel settore dei pallet, con un punteggio di 84 punti, dove 80 è il minimo per essere considerati un’impresa che restituisce più di quanto prende dall’ambiente. Questo riconoscimento ci ha permesso di legittimare e misurare ciò che facciamo da sempre: rispettare le persone, il territorio e le risorse naturali”.
Durante la nostra visita, ho notato la presenza di molti giovani nel team e la Sua particolare attenzione a conoscere personalmente ogni collaboratore. Palm sembra un’azienda dove non esistono distanze tra proprietà e collaboratori. È davvero così?
“Sì, ha colto nel segno. Palm è oggi un ecosistema di relazioni, dove non esistono gerarchie rigide. La leadership è diffusa, e ogni persona, dai fondatori ai nuovi apprendisti, ricopre un ruolo fondamentale. Quando assumiamo qualcuno, non ci basiamo esclusivamente sulle competenze tecniche, ma cerchiamo persone allineate ai nostri valori. Per noi è importante che ogni nuovo collaboratore comprenda e condivida lo scopo dell’azienda, e questo viene prima delle competenze, che si possono sempre acquisire attraverso la formazione”.
Palm è un’azienda che esprime i suoi valori anche attraverso i suoi spazi: libri, manifesti e aforismi sono ovunque. Com’è lavorare in un ambiente come questo?
“Abbiamo sempre voluto che Palm fosse più di un semplice luogo di lavoro. Abbiamo creato uno spazio che promuove una cultura aziendale basata su valori come il rispetto, l’accoglienza e l’integrazione. Già nel 2010 abbiamo introdotto un codice etico che ha migliorato il modo in cui ci relazioniamo, eliminando atteggiamenti negativi. Successivamente, abbiamo sviluppato un codice di accoglienza e integrazione per promuovere la non discriminazione e garantire pari opportunità di crescita a tutti. Questo ambiente, fatto di valori e attenzione alle persone, rende Palm un’azienda in cui è piacevole lavorare”.
Grazie, signor Barzoni. Da Palm si impara molto, soprattutto dal modo in cui riesce a coniugare impresa, valori e comunità.
“Grazie a Lei, Amedeo, e grazie alla redazione di Daily Doc Finance per questa visita e per la piacevole conversazione. È stato un piacere poter raccontare il nostro percorso e i nostri valori”.